C. Valerii Flacci Setini Balbi Argonauticon Libri octo Vedi a schermo intero

C. Valerii Flacci Setini Balbi Argonauticon Libri octo cum Notis integris Ludovici Carrionis Laurentii Balbi Liliensis Justi Zinzerlingi Christophori Bulaei Gerardi Vossii et Nicolai Heinsii et selectis Aegidii Maserii Joannis Baptistae Pii Joannis Weitzii et Aliorum curante Petro Burmanno qui et suas adnotationes adjecit.

apud Samuelem Luchtmans


p.pelle cordonata coeva con tassello e fregi oro sul dorso

Tagli rossi; estese abrasioni, strappi e piccole mancanze alla copertina e al dorso; tracce di appartenenza all\'antiporta calcografica, al frontespizio e in alcune carte all\'interno; sporadiche e leggere bruniture e fioriture naturali

Disponibilità: Disponibile

375,00 €

Capilettera e finalini ornati. Pregevole antiporta calcografica rappresentante la nave Argo durante la navigazione in una cornice con armi, animali esotici e fantastici draghi e arpie. Poche sono le notizie circa la vita dell'Autore. Flacco è stato identificato come amico del poeta Marziale, nativo di Padova, ma dal prologo alla sua opera si sa che fu anche membro del collegio dei quindici guardiani dei libri sibillini. Era quindi membro della gens patrizia dei Valerii e l'ultimo membro noto del ramo dei Valerii Flacci. In uno dei manoscritti vaticani è identificato anche come Setino Balbo il che farebbe dedurre le sue origini presso Setia nel Lazio. Il solo scrittore antico che lo cita è Quintiliano, che lamenta la sua prematura e recente scomparsa come una grande perdita. Poiché Quintiliano terminò la sua Institutio Oratoria nel 96 dopo Cristo si deduce che la sua morte debba essere avvenuta poco tempo prima. L'unica opera che abbiamo, gli Argonautica, dedicata a Vespasiano per le sue conquiste in Britannia, fu scritta in parte durante la vittoria sui Giudei o poco più tardi la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito avvenuta nel 70. Pare, dai cenni nel testo sull'eruzione del Vesuvio (79) e dai riferimenti ad altri avvenimenti successivi, che la stesura del poema abbia tenuto occupato l'autore molto a lungo (alcuni studiosi parlano di due decenni). Gli Argonautica sono un poema epico in otto libri sulla conquista del Vello d'oro. Il poema ci è stato tramandato molto frammentato e finisce bruscamente con la richiesta di Medea di accompagnare Giasone nel suo viaggio verso casa. Non si sa esattamente se l'ultima parte dell'opera è andata perduta o se non fu mai scritta. Le Argonautiche sono una libera imitazione e in parte rielaborazione del lavoro omonimo di Apollonio Rodio (già famoso presso i Romani nella versione e adattamento di Publio Terenzio Varrone Atacino). L'oggetto dell'opera è la glorificazione di Vespasiano per aver reso più sicuro l'impero romano alla frontiera britannica e per avere favorito i viaggi nell'Oceano (allo stesso modo in cui l'Eusino fu aperto dalla nave Argo).